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IL CULTO E LA MAGIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
San Giovanni

DEVOZIONE

SAN GIOVANNI IL BIZANTINO

La devozione ed il culto popolare al santo battista che fonda le sue radici fin dall'epoca bizantina.

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SAGRA

LA FESTA DI SAN GIOVANNI

Di tradizione medievale l'antica sagra, la più suggestiva del Salento.

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LA CRIPTA

SULLA COLLINA SALENTINA

Tra macchia mediterranea a 112 metri sul livello del mare dove è possibile scorgere il mare e le montagne albanesi.

Leggi le altre attività che si terranno sulla cripta e legate al culto di San Giovanni Battista da qui.

IL SOLSTIZIO D'ESTATE TRA MAGIA E MISTERI

La notte della vigilia di San Giovanni in Giuggianello è una notte specialissima, notte gravida di magia, di misteri, di vaticini ed incantesimi, notte popolata di streghe, folletti, demoni. Notte inquietante e sovversiva in cui, secondo la credenza popolare, avvenivano prodigi di ogni genere e si compivano rituali squisitamente pagani.
Questa notte è particolarissima dal punto di vista astronomico, segna, cioè, il momento culminante del viaggio del sole che dopo essere salito ogni giorno sempre piu' in alto nel cielo, si ferma e da allora ritorna sui suoi passi giu' per la via celeste cominciando a discendere progressivamente.

E' questo il momento del solstizio d'estate, un evento eccezionale per i popoli antichi, i quali non riuscendo a spiegarsi razionalmente i grandiosi mutamenti ciclici della natura e riconoscendo davanti ad essi la propria impotenza e fragilità, li ritenevano generati da misteriose forze sacrali diffuse nella natura.

La notte del solstizio d'estate era perciò considerata notte magica per eccellenza, che aveva in sè il potere di decidere i destini dell'intero anno solare. Le antiche popolazioni allora ricorsero a tutta una serie di riti e pratiche divinatorie.
Con l'avvento del cristianesimo questi rituali magici furono integrati nella sfera cristiana, sostituendo al rito del sole la figura di San Giovanni Battista.

 

Una notte attesa e ricca di misteri, di vaticini e di incantesimi. A Giuggianello si credeva che in questa notte si verificassero benefici fenomeni magici: si aspettava l’alba, per raccoglierne la rugiada che assumeva poteri speciali e diventava in grado di accrescere notevolmente le proprietà curative delle erbe. Si usava rotolarsi nei prati bagnati per rigenerare il corpo, mentre le ragazze in cerca di marito, di essa si bagnavano il sesso perché alla rugiada era attribuito il potere di portare fortuna in amore.

La notte di San Giovanni, infatti, era considerata particolare propizia a pronosticare fidanzamenti e matrimoni. Numerosi erano i modi per indovinare se la agazza si sarebbe sposata entro l'anno e quale mestiere avrebbe avuto lo sposo.
L'antico segno della venerazione del Santo è nel solco della storia: anticamente si celebrava la festa con riti, canti, danze intorno ad un falò per ringraziare del nuovo raccolto delle messi il Santo.

Sulla notte di San Giovanni aleggia la presenza inquietante delle streghe e dei demoni che volano nel cielo. 

Strix chiamavano la strega gli antichi Romani: era un uccello simile alla civetta che si nutriva del sangue dei lattanti rapiti dalle culle. Riferiva Plinio il Vecchio che le erano donne trasformate in uccelli per una magia, o almeno così sosteneva la credenza popolare.

Nel medioevo le strigesstriges assunsero volto e fattezze umane: erano le seguaci di Erodiade o di Diana.

Erodiade veniva confusa con la figlia Salomè che aveva ottenuto da Erode Antipa la testa di san Giovanni in cambio di una danza.

Le ERBE di SAN GIOVANNI

La notte di San Giovanni è il periodo più propizio per la raccolta delle piante e delle erbe da utilizzare nei rituali magici. Nella notte di vigilia tra il 23 e il 24 giugno, si bruciano le vecchie erbe nei falò che ardono sulle colline e nelle campagne, poi è il momento di raccogliere quelle nuove, bagnate dalla rugiada e intrise di un potere nuovo.

Il mazzetto preparato per l’occasione porta benessere e prosperità all’interno della casa.

Nella composizione non possono mancare ARTEMISIA, erba della salute, dal forte aroma-LAVANDA, virtù e purezza-MENTA, l'erba della Madonna, profuma e caccia gli insetti-RUTA, erba cacciadiavoli, ma anche ottimo digestivo-ROSMARINO, da rosmaris rugiada del mare, simbolo di immortalità e di cuori felici-PREZZEMOLO, stimolatore della fantasia e dei bei sogni-SALVIA, dalle potenti capacità guaritrici, da cui il nome-IPERICO, contro le ustioni, allontana i malumori-FELCE, pianta dai semi d'oro, aiuta a migliorare il bilancio familiare-e infine il SEDUM (Borracina Maggiore) o erba di San Giovanni che con le sue foglie carnose cura le piaghe e le ustioni.

 

LA CRIPTA

La cripta si trova a due chiometri dal centro abitato sul Monte San Giovanni (120 m.s.l.m.) immersa negli olivi secolari e la macchia mediterranea lungo la strada di campagna sulla direttrice Giuggianello-Palmariggi.

La grotta - cappella era adibita a funzioni religiose relative al culto di rito greco bizantino di San Giovanni Crisostomo e intorno al 1400, le funzioni, si commutarono secondo il rito latino cambiando così anche la figura del Santo dal Cristomo al Battista.

Un tempo completamente affrescata, oggi presenta in minima parte i segni delle pitturazioni bizantine e dei vari rimaneggiamenti succedutisi nel corso del tempo.

Durante i lavori di sistemazione e pulizia del 1990 furono rinvenute cinque monete molto interessanti dal punto di vista storico. La più antica è il Follis, chiamato comunemente Follaro, di bronzo e raffigurante Costantino VII vestito con il "loros" in greco λῶρος (lunga sciarpa con pietre preziose che si avvolgeva sulle spalle per ricadere davanti con una banda, mentre l'altra dietro la vita era raccolta sull'avambraccio. Tipico dell'imperatore e dell'imperatrice, ndr) con corona e croce e, al suo fianco,  Zoe. La moneta è di bronzo ed è stata coniata a Costantinopoli nel periodo 914-919 ed è una tipica moneta bizantina equivalente a 40 nummi.

L'altra moneta rinvenuta è il denaro tornese, in bassa lega d'argento è stato emesso per la prima volta agli inizi dell'XI secolo dall'Abbazia di San Martino a Tours in Francia. Coniata dal principato di Acaia (conosciuto nel Medioevo anche con il nome di Principato di Morea, fu uno stato vassallo dell'Impero Latino esistito dal 1210 al 1432, nel contesto delle crociate con il saccheggio di Costantinopoli e la spartizione dell'Impero Bizantino da parte dei principi dell'Occidente cristiano). Questa moneta inizia a  transitare  sul  suolo  italico  in  mano  ai  numerosi  pellegrini e crociati  che  si recano dalla Francia in Terra Santa. Le altre tre monete rinvenute abbracciano un arco temporale che va dal 1861 al 1927/28 e risalgono, pertanto, al Regno d'Italia.

Nel corso dei secoli la venerazione al Santo non è stata sempre costante ed è proprio in uno dei periodi di assenza di venerazione che il Santo si rivelò. Accadde che ad una piccola pastorella un po' cagionevole di salute, trovandosi a pascolare le pecore nelle vicinanze della grotta, apparve la figura del Santo. La giovane da questo momento in poi non accusò più particolari problemi di salute e tutta la famiglia, recatasi sul posto dell'apparizione, trovò l'ingresso della cripta la quale fu recuperata e portata ad essere un luogo degno per la venerazione.

Qui il parroco del tempo ogni 24 giugno, festa di San Giovanni, celebrava la messa, e il massaro alla fine della funzione religiosa offriva ai fedeli vino e formaggio in segno di devozione

Dall'estate del 2017 si è intrapreso un cammino di avvicinamento alla tradizione bizantina mediante la celebrazione della Santa Messa secondo la Liturgia di San Giovanni Crisostomo e la celebrazione delle akathistos mediante la collaborazione ed il dialogo tra la Parrocchia San Antonio Abate in Giuggianello in rappresentanza della tradizione latina, e la Parrocchia San Nicola di Mira in Lecce in rappresentanza della tradizione bizantina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PAESAGGIO E LA MAGIA DEL LUOGO

 

Dalla collina vedrete tutto il paese, potrete ascoltare i racconti e perdervi nella suggestione di quei luoghi, legati soprattutto al santo indiscusso del Monte: San Giovanni Battista.

Da quella collina che evoca miti e leggende legate a ninfe e streghe nasce il culto del Santo e “nella notte tra il 23 e il 24 giugno il sacro e profano convivono e accanto alla tradizione cristiana continuano a persistere riti pagani e di origine precristiana.

 

Una notte attesa e ricca di misteri, di vaticini e di incantesimi. A Giuggianello si credeva che in questa notte si verificassero benefici fenomeni magici: così la rugiada assumeva poteri speciali e diventava in grado di accrescere notevolmente le proprietà curative delle erbe. Si usava addirittura rotolarsi nei prati bagnati di rugiada per rigenerare il corpo, mentre le ragazze in cerca di marito, di essa si bagnavano il sesso perché alla rugiada era attribuito il potere di portare fortuna in amore.

La notte di San Giovanni, infatti, era considerata particolare propizia a pronosticare fidanzamenti e matrimoni.

Numerosi erano i modi per indovinare se la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno e quale mestiere avrebbe avuto lo sposo. Una tra tutte narra che se in una bacinella colma d’acqua si immergeva l’albume di un uovo di gallina, si potessero cogliere i segni del destino: se l’albume avesse assunto la forma di una barca o di un cavallo si sarebbero prospettati viaggi, la forma di un altare un matrimonio, la forma di una bara un lutto in famiglia.

Il Precursore quindi è anche conosciuto come il protettore delle innamorate.

Diffusa in tutta Italia, la divinazione delle nubili attraverso il sistema delle tre fave.
Le giovani, devono mettere tre fave sotto il cuscino, avendo cura di mischiarle prima di addormentarsi. Il mattino seguente ne scelgono una a caso, sperando di pescare quella con la buccia, che annuncia ricchezza.
Nel caso di una fava sbucciata a metà, dovranno accontentarsi di una posizione sociale intermedia. Meglio cambiare marito, se la preferenza ricade su quella senza buccia.

 

 

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LA CHIESA MATRICE

DEDICATA A S. ANTONIO ABATE

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